Trieste - Piazza Virgilio Giotti con la Sinagoga e Via San Francesco

Piazza Virgilio Giotti: Già piazza San Francesco d'Assisi, ebbe nuova denominazione Delibera del Consiglio Comunale numero 513 d.d. 13.6.1967; tuttavia, già in data 7.5.1962 il Comune di Trieste, d'accordo con la Società di Minerva, trasmise alla Prefettura la richiesta di intitolare una via o una piazza al poeta triestino, in deroga alla legge 23.6.1927 numero 1188 che prevede siano trascorsi dieci anni dalla morte del personaggio che si intende onorare, salvo che questi non si sia reso benemerito per la Nazione; Giotti, infatti, era morto nel 1957. Nonostante fosse stata rammentata agli organi competenti la lunsinghiera motivazione con la quale, pochi mesi prima della morte, la commissione dell'Accademia dei Lincei aveva conferito al poeta il premio di fondazione Feltrinelli («uno dei pochissimi poeti veri dell'Italia del nostro tempo: poeta italiano e non dialettale, anche se la poesia più sua e originale è da ricercare non nei versi in lingua, bensì nelle poesie in dialetto triestino»), la deroga richiesta non venne concessa. (da: artericerca.com)

La Sinagoga in Piazza Virgilio Giotti: La comunità ebraica di Trieste ha una storia antichissima. Infatti, il primo documento che testimonia un insediamento israelitico in città reca la data 1236. Alla fine del Settecento a Trieste si contavano quattro sinagoghe. Nel 1903 la Comunità israelitica di Trieste bandì un concorso internazionale per la realizzazione di una nuova grande sinagoga. Vennero presentati 42 progetti, ma nessuno era effettivamente realizzabile. Così, nel 1906, la Comunità israelitica si affidò direttamente a Ruggero Berlam, a cui si affiancò il figlio Arduino, per il progetto definitivo. Per l'edificazione del nuovo tempio, gli ebrei triestini acquistarono un fondo nell'allora piazza San Francesco d'Assisi, oggi piazza Giotti. L'area, alla fine dell'Ottocento, era occupata dalla falegnameria di Carlo Cante.La costruzione del tempio iniziò nel 1908 e la copertura fu portata a termine nel 1910, ma la consegna ufficiale alla comunità e l'inaugurazione avvennero nel giugno del 1912. Il 18 luglio 1942 l'interno della Sinagoga fu devastato dalle squadre fasciste. Nel 2000 vennero sostituite alcune vetrate del tempio danneggiate dal terremoto del 1976. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)

Il Tempio è uno dei più grandi e maestosi d’Europa, ed è contraddistinto da richiami orientaleggianti che tornano nelle bifore, nelle colonne, negli intagli e nei caratteristici rosoni che disegnano la stella di Davide. Per dimensione e per struttura il Tempio, per la cui realizzazione fu lanciato un concorso d’idee internazionale, è invece una tipica sinagoga dell’epoca dell’emancipazione in cui la sala da preghiera principale, a pianta rettangolare, si articola in tre navate che culminano nella maestosa abside dalla volta a mosaico dorato. L’ingresso principale si trova in via Donizetti, dove il grande portale viene aperto nelle festività più importanti. L’accesso alla Sinagoga avviene dal piccolo loggiato di via San Francesco.
Nel complesso di via San Francesco si trovano anche gli uffici della Comunità, la biblioteca, l’archivio storico e il mikveh (bagno rituale). L’interno è a tre navate: le due laterali sono sormontate dai matronei. Il pavimento è musivo. Le decorazioni si limitano a figure geometriche o a forme vegetali. L’abside, preceduta da un arco decorato a mosaico, dà risalto all’Arca Santa, con l’edicola di granito rosa, sormontata dalle Tavole della Legge. Al centro della balconata un fascio di spighe, simbolo della Comunità.

Via San Francesco d'Assisi


A sinistra e sopra: Via San Francesco 29


Via San Francesco 31


Via San Francesco 33

Via San Francesco, 3 - La volontà di realizzare un nuovo edificio, quale sede per la giovane Guardia Medica triestina, si venne affermando alla fine dell'Ottocento per rispondere alle sempre più numerose richieste di assistenza medica da parte dei cittadini. Nata nel 1874 come Associazione Medica, poi Guardia Medica Notturna, dal 1888 la Società della Poliambulanza si fece sostenitrice dell'attività di un ambulatorio medico che garantiva un servizio di pronto intervento senza limiti di orario; l'aiuto economico da parte del comune e la cospicua donazione del filantropo viennese Barone Mundry, resero possibile l'apertura di un moderno studio medico in piazza San Giovanni.
A seguito del forte incremento demografico, e quindi del numero di prestazioni mediche, si impose la scelta di una struttura più spaziosa e capiente, collocata in una zona centrale di recente formazione adiacente via Carducci, già via del Torrente. Per la nuova sede venne individuato il palazzo di via San Francesco, realizzato su progetto del 1898 dell'architetto Enrico Nordio; il disegno originale, che prevedeva tre accessi distinti in funzione del diverso uso, venne modificato in corso d'opera con l'aggiunta di un terzo piano da Francesco Boara. L'edificio si distingue per l'impronta eclettica che arricchisce, in particolare, la facciata dove convivono formule medievali e rinascimentali, quali archi acuti, elementi decorativi gotici, stemmi e lapidi. Subentrata alla Guardia Medica, la Croce Rossa Italiana è proprietaria del palazzo dagli anni Trenta del Novecento. Fino al 1992 il pianoterra ospitava oltre agli impianti tecnologici e al magazzino depositi, due vani riservati alla CRI e agli uffici del Soccorso Alpino; i tre piani superiori erano occupati dal Poliambulatorio triestino e del Policlinico. Parte della struttura veniva poi riservata a casa di riposo, prima di essere destinata a deposito del materiale della protezione civile e della stessa associazione proprietaria. - (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)

Sopra e a sinistra:
Casa Fonda dell'architetto Umberto Fonda (1911-1914) tra Via san Francesco e via Carpison (già Contrada della Materizza)


Il fabbricato denominato Torre dei Pallini o Torre dei Ciana è quello che rimane di una vecchia fabbrica per la produzione di pallini in piombo. La fabbrica di pallini da caccia venne fatta costruire da Giuseppe Ciana su un terreno di sua proprietà, in precedenza occupato da un'altra fabbrica di pallini avviata dal padre Dionisio agli inizi dell'Ottocento. La famiglia Ciana, originaria di Novara, era giunta a Trieste a metà Settecento e si dedicava a diverse attività industriali, fra le quali la fabbricazione di peltri e pallini da caccia. Il progetto per la torre è del regio perito Angelo Toniutti ed è datato 18 ottobre 1838, ma la costruzione risale al 1839. Per produrre i pallini, il piombo fuso veniva fatto cadere dall'alto della torre, da un'altezza di 45 metri, attraverso diverse piastre di rame forate a seconda delle dimensioni dei pallini che si volevano ottenere. I pallini venivano raccolti in una vasca piena d'acqua collocata alla base della torre. La torre era affiancata dai magazzini della fabbrica, demoliti nel 1979-80 per far posto a moderni edifici residenziali. Nel 1846 la fabbrica divenne proprietà di Angelo Coen Ara, che nel 1859 la cedette alla ditta Sortsch. Nel 1887 passò alla società Carl Greinitz di Graz e, dopo la seconda guerra mondiale, venne acquisita dalla società S.A.F.E.M. di Padova.
Negli anni Settanta la torre divenne proprietà della ditta Edilzini di Trieste. A seguito dei danni subiti durante il Terremoto del 1976 era stata ventilata l'ipotesi, poi abbandonata, di demolizione della Torre. La Torre dei pallini è una torre circolare dell'altezza di 45 metri. E' realizzata in conci di arenaria eretta su di un basamento quadrato costituito da due blocchi digradanti separati da una cornice marcapiano. Alla sommità della torre è stato realizzato un terrazzino con ringhiera neoclassica lavorata sostenuto da un cornicione a mensole. All'interno della torre la scala elicoidale in masselli di pietra conduce al forno per la liquefazione del piombo, posto alla sommità della struttura. Alcune finestre rettangolari, più grandi sul basamento, più piccole sulla torre circolare, garantiscono l'illuminazione alla scala interna. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)


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