Trieste
- Piazza Virgilio Giotti con la Sinagoga
e Via San Francesco |
Piazza Virgilio Giotti: Già piazza San Francesco d'Assisi, ebbe nuova denominazione Delibera del Consiglio Comunale numero 513 d.d. 13.6.1967; tuttavia, già in data 7.5.1962 il Comune di Trieste, d'accordo con la Società di Minerva, trasmise alla Prefettura la richiesta di intitolare una via o una piazza al poeta triestino, in deroga alla legge 23.6.1927 numero 1188 che prevede siano trascorsi dieci anni dalla morte del personaggio che si intende onorare, salvo che questi non si sia reso benemerito per la Nazione; Giotti, infatti, era morto nel 1957. Nonostante fosse stata rammentata agli organi competenti la lunsinghiera motivazione con la quale, pochi mesi prima della morte, la commissione dell'Accademia dei Lincei aveva conferito al poeta il premio di fondazione Feltrinelli («uno dei pochissimi poeti veri dell'Italia del nostro tempo: poeta italiano e non dialettale, anche se la poesia più sua e originale è da ricercare non nei versi in lingua, bensì nelle poesie in dialetto triestino»), la deroga richiesta non venne concessa. (da: artericerca.com) |
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Il Tempio è uno dei più grandi e maestosi d’Europa,
ed è contraddistinto da richiami orientaleggianti che tornano nelle
bifore, nelle colonne, negli intagli e nei caratteristici rosoni che disegnano
la stella di Davide. Per dimensione e per struttura il Tempio, per la
cui realizzazione fu lanciato un concorso d’idee internazionale,
è invece una tipica sinagoga dell’epoca dell’emancipazione
in cui la sala da preghiera principale, a pianta rettangolare, si articola
in tre navate che culminano nella maestosa abside dalla volta a mosaico
dorato. L’ingresso principale si trova in via Donizetti, dove il
grande portale viene aperto nelle festività più importanti.
L’accesso alla Sinagoga avviene dal piccolo loggiato di via San
Francesco. Nel complesso di via San Francesco si trovano anche gli uffici della Comunità, la biblioteca, l’archivio storico e il mikveh (bagno rituale). L’interno è a tre navate: le due laterali sono sormontate dai matronei. Il pavimento è musivo. Le decorazioni si limitano a figure geometriche o a forme vegetali. L’abside, preceduta da un arco decorato a mosaico, dà risalto all’Arca Santa, con l’edicola di granito rosa, sormontata dalle Tavole della Legge. Al centro della balconata un fascio di spighe, simbolo della Comunità. |
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Via
San Francesco d'Assisi |
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Via San Francesco 33 |
Via San Francesco, 3 - La volontà di realizzare un nuovo edificio, quale sede per la giovane Guardia Medica triestina, si venne affermando alla fine dell'Ottocento per rispondere alle sempre più numerose richieste di assistenza medica da parte dei cittadini. Nata nel 1874 come Associazione Medica, poi Guardia Medica Notturna, dal 1888 la Società della Poliambulanza si fece sostenitrice dell'attività di un ambulatorio medico che garantiva un servizio di pronto intervento senza limiti di orario; l'aiuto economico da parte del comune e la cospicua donazione del filantropo viennese Barone Mundry, resero possibile l'apertura di un moderno studio medico in piazza San Giovanni. |
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A seguito del forte incremento demografico, e quindi del numero di prestazioni mediche, si impose la scelta di una struttura più spaziosa e capiente, collocata in una zona centrale di recente formazione adiacente via Carducci, già via del Torrente. Per la nuova sede venne individuato il palazzo di via San Francesco, realizzato su progetto del 1898 dell'architetto Enrico Nordio; il disegno originale, che prevedeva tre accessi distinti in funzione del diverso uso, venne modificato in corso d'opera con l'aggiunta di un terzo piano da Francesco Boara. L'edificio si distingue per l'impronta eclettica che arricchisce, in particolare, la facciata dove convivono formule medievali e rinascimentali, quali archi acuti, elementi decorativi gotici, stemmi e lapidi. Subentrata alla Guardia Medica, la Croce Rossa Italiana è proprietaria del palazzo dagli anni Trenta del Novecento. Fino al 1992 il pianoterra ospitava oltre agli impianti tecnologici e al magazzino depositi, due vani riservati alla CRI e agli uffici del Soccorso Alpino; i tre piani superiori erano occupati dal Poliambulatorio triestino e del Policlinico. Parte della struttura veniva poi riservata a casa di riposo, prima di essere destinata a deposito del materiale della protezione civile e della stessa associazione proprietaria. - (da: http://biblioteche.comune.trieste.it) |
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